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L’azione sinergica dei fitoderivati. Dalla lettura delle formulazioni fitocosmetiche si desume che le piante svolgono un ruolo fondamentale per ottenere l’azione cosmetologica.

Un esempio significativo è dato dai preparati anticellulite, che necessitano di numerose sostanze funzionali per raggiungere i diversi effetti. Osservando la formulazione di un fitocosmetico emerge, chiaramente, come la fitoterapia e la fitocosmesi operino in parallelo e come la maggior parte delle preparazioni cosmetiche e dermatologiche, utilizzate per il trattamento degli inestetismi più comuni, contenga estratti o principi attivi di piante officinali, il cui effetto cosmetologico è ottenuto grazie alle caratteristiche specifiche del veicolo e ai livelli di concentrazione d’uso. Basti pensare, per esempio, ai prodotti dedicati al trattamento cosmetico della cellulite. Trattandosi di una patologia multifattoriale, essa richiede di essere trattata con una sinergia di azioni rivolte soprattutto a migliorare la condizione del microcircolo periferico. Rimanendo nell’ambito cosmetico, il trattamento topico della cellulite si avvale di prodotti destinati a contrastarne gli inestetismi cutanei, sfruttando le proprietà di tutta una serie di sostanze funzionali, per la maggior parte di origine vegetale, di cui la letteratura riporta interessanti attività adatte allo scopo (vasotoniche, lenitive, lipolitiche, riepitelizzanti). Fra gli estratti vegetali che arricchiscono la formulazione di un fitocosmetico, rivolto al trattamento topico della cellulite, possiamo sicuramente ricordare la serie seguente di piante.

Aesculus hippocastanum ed Hedera helix
A rendere così interessanti gli estratti di ippocastano, la cui droga sono i semi (14% in escina) e la corteccia fresca (solo 1% in escina), è proprio l’escina, saponina triterpenica dotata di un’azione vasoprotettiva e antiedematogena. Gli estratti di ippocastano presentano, dunque, azione vasotonica, aumentano, cioè, il tono capillare, ne riducono la permeabilità, facilitano il riassorbimento dell’edema. L’utilizzo orale degli estratti di ippocastano non è esente da effetti collaterali: è controindicato in gravidanza (soprattutto nel primo trimestre), perché può stimolare le contrazioni dell’utero, e durante l’allattamento. L’assunzione orale dell’estratto andrebbe evitata anche in caso d’insufficienza renale e di epatopatie; l’escina potrebbe, inoltre, per le sue caratteristiche emulsionanti, influenzare l’assorbimento di alcuni farmaci. Si consiglia, pertanto, vigilanza in caso di assunzione contemporanea di anticoagulanti. L’edera, la cui droga è costituita da foglie e rametti, ricchi in saponine (ederosaponine B, C, D, E, F, G, H)e glucosidi glucosidi flavonici(quercetina, rutina) ha azione protettiva sui vasi venosi e attività anti-edema.

Ruscus aculeatus e Centella asiatica
Il rusco, la cui droga è costituita dal rizoma, contiene ruscogenine dei saponosidi (fino al 6% del peso della pianta secca), ma anche flavonoidi, una piccola quantità di olio essenziale, acidi grassi, zuccheri semplici e complessi. Anche in questo caso l’effetto cosmetico è legato all’azione protettiva sui vasi venosi, che si esplica per inibizione dell’elastasi, enzima responsabile della degradazione dell’elastina; si preserva, in questo modo, l’integrità della sostanza fondamentale in cui sono immersi i capillari. Inoltre, grazie alla stimolazione dei recettori adrenergici delle cellule muscolari lisce della parete vasale, si ha anche incremento del tono venoso. Come già riportato per gli estratti di ippocastano, la contemporanea assunzione dell’estratto per via orale è controindicata in gravidanza e allattamento. Gli estratti di centella, la cui droga è costituita dalle foglie raccolte con il lungo picciolo, sono ricchi in acido asiatico, madecassico, asiaticoside e madecassicoside. Si ritrovano, inoltre, tannini, mucillagini, pectine. acidi grassi, fitosteroli, flavonoidi. Questa pianta è in grado di stimolare la rigenerazione dei componenti del derma, ripristinandone l’assetto; infatti, stimola la produzione di collagene da parte dei fibroblasti, favorendo un irrobustimento della trama connettivale perivasale e vasale, con conseguente diminuzione della stasi venosa e migliore vascolarizzazione. In pratica, svolge anch’essa una azione protettiva sui vasi venosi e anti-edema. Va rammentato come l’applicazione diretta dell’estratto di centella sulla cute lesionata possa dare, talvolta, delle deboli
reazioni allergiche; queste possono manifestarsi anche nel caso di contemporanea assunzione orale dell’estratto (circa 1% dei soggetti). L’assunzione orale di dosi elevate dell’estratto può causare cefalea. Anche in questo caso l’uso orale dell’estratto, a differenza dell’uso topico per fini cosmetici, è controindicato in gravidanza e allattamento.

Ginkgo biloba e Ananas sativus
Il ginkgo è sicuramente una delle piante più antiche utilizzate nella preparazione dei cosmetici ad azione anticellulite. La droga è costituita dalle foglie, ricche in diterpeni (ginkgolidi A, B, C, I, M), sesquiterpeni (bilobalide), flavonoidi(quercetina, canferolo, luteolina, tricetina), biflavoni (amentoflavone, bilobetina, ginkgetina, isoginkgetina), catechine, proantocianidine. Queste molecole svolgono un’azione sul microcircolo (utile anche in altri campi),per riduzione della permeabilità e della fragilità delle pareti interne (endotelio) dei capillari e aumento della loro resistenza; allo stesso tempo si ha inattivazione dei radicali liberi (azione antiossidante) e aumento del flusso sanguigno capillare. Qualora l’estratto cosmetico fosse associato a un’integrazione orale, questa andrebbe sconsigliata in gravidanza e allattamento. L’uso orale dell’estratto può interferire con alcuni farmaci, determinando un potenziamento dell’azione antiaggregante piastrinica e anticoagulante, una riduzione dell’effetto farmacologico del sodio valproato e della carbamazepina (usare con cautela nei pazienti epilettici), una riduzione dell’azione ipotensiva di alcuni farmaci ad azione calcio antagonista e un potenziamento dell’azione di alcuni antidepressivi triciclici. L’estratto di ananas deriva dal frutto e dal gambo e contiene vitamine A, B, C, magnesio, manganese, potassio, calcio, acidi organici ed enzimi proteolitici, fra i quali il più importante è la bromelina. In virtù delle sue componenti, l’estratto possiede attività antinfiammatoria e antiedema; la prima è dovuta alla inibizione della sintesi delle prostaglandine, la seconda è legata a un aumento della permeabiltà della parete dei vasi sanguigni venosi, con conseguente riassorbimento del plasma in eccesso negli spazi intercellulari. Le controindicazioni sono legate, come sempre, a un’assunzione per via orale dell’estratto e non a un suo uso cosmetico. L’uso orale dell’estratto è scarsamente tollerato da persone con ulcera peptica; esso, inoltre,può potenziare l’azione di farmaci antiaggreganti piastrinici e anticoagulanti e aumentare l’assorbimento delle tetracicline e della amoxicillina.

Fucus vesiculosus e caffeina
La quercia marina è sicuramente uno degli ingredienti più classici dei trattamenti fitocosmetici della cellulite. È un’alga tipica del Canale della Manica la cui droga è costituita dal tallo, ricco in polisaccaridi (fucoidina), acido alginico, laminarina, iodio(0,05-0,2%), presente sia in forma inorganica sia organica legato a proteine), mucillagini e molti sali minerali. L’estratto presenta azione dimagrante, attribuibile allo iodio, che viene captato dalla tiroide e utilizzato per la sintesi degli ormoni tiroidei. Il Fucus, quindi, sarebbe in grado di aumentare la produzione degli ormoni che svolgono un’azione catabolica sul metabolismo lipidico. Anche in questo caso le controindicazioni sono legate soprattutto all’assunzione orale dell’estratto, in particolare controindicata nel paziente ipertiroideo, cardiopatico, nell’ipertensione arteriosa grave, in gravidanza e allattamento. Concludiamo questo breve viaggio tra gli estratti fitocosmetici per il trattamento della cellulite, parlando di uno dei componenti più comuni presenti nelle preparazioni fitocosmetiche, dedicate a questo inestetismo, ovvero la caffeina. Si tratta dell’estratto dei semi di Coffea arabica e/o Coffea robusta; questa molecola svolge un’azione dimagrante legata alla stimolazione dell’attività dell’AMP ciclico e a una contemporanea inibizione della fosfodiesterasi, con conseguente incremento della lipolisi. Da questa breve descrizione emergono le grandi potenzialità della cosmetica vegetale, ma anche i rischi legati a un uso non ponderato degli estratti che la natura ci offre, soprattutto quando all’uso topico del cosmetico si associa l’assunzione, non controllata, di integratori alimentari al fine di migliorare il nostro aspetto e lo stato della nostra cute.

Bibliografia
@ E.Campanini, Dizionario di Fitoterapia e Piante Medicinali – Tecniche Nuove, 2006.
@ P. Chiereghin, Fitoterapia per il Farmacista, Tecniche Nuove, 2005.
@ M. P. Di Giacomo Gallerani, Il Farmacista e i cosmetici, Omega Edizioni, 1995.
@ G. Penso, Piante Medicinali nella Cosmetica,OEMF, 1992.
@ G. Proserpio, Chimica e Tecnica Cosmetica,Sinerga, 1993.
@ A. Sannia, Formulario pratico di Fitoterapia,Tecniche Nuove, 1994.
@ Monografie ESCOP, Le Basi Scientifiche dei Prodotti Dietoterapici, Planta Medica Edizioni, 2006.

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