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Cosmesi biologica: lo stato dell’arte. La cosmesi biologica, naturale ed ecologica costituisce, sicuramente, uno dei fenomeni cosmetologici degli ultimi anni.

Questo crescente interesse per tutto ciò che è naturale ed ecocompatibile ha, di fatto, determinato il sorgere di numerosissimi sistemi di certificazione per il cosmetico naturale e biologico, che hanno generato non poca confusione fra produttori e consumatori. Per fare chiarezza nel mercato della cosmesi biologica ed ecologica e dare una dignità reale al prodotto cosmetico naturale, sono stati, di recente, elaborati i sistemi di certificazione CosmOS standard e Natrue che, di fatto, si pongono, sullo scenario europeo, come i due unici capitolati di riferimento della cosmetica bioecologica dei prossimi anni.

Il disciplinare CosmOS standard nasce dall’azione congiunta dei principali enti europei certificatori del biologico (EcoCert, ICEA, Soil Association, BIDH, Eco Garantie) e ha lo scopo di proporre alla Comunità Europea una guida chiara, ma soprattutto univoca, per la cosmesi naturale e biologica. Pertanto riunisce in sé le caratteristiche tipiche dei sistemi di certificazione del bio, assicurando un’elevata presenza di materie prime da agricoltura biologica e valutando l’impatto ambientale dei processi di sintesi e di smaltimento sia delle materie prime che dei prodotti finiti. Si tratta, in ogni caso, di un sistema in continua evoluzione, in quanto pur ponendo dei limiti ben precisi alle sostanze in formula ed ai processi produttivi, continua a ricercare nuove strade e nuove soluzioni alle problematiche che emergono nella fase di applicazione sul campo della regolamentazione da esso stesso proposta.

Il disciplinare Natrue deriva, sostanzialmente, dal precedente, essendo stato elaborato da un gruppo di aziende cosmetiche, che solo nelle fasi iniziali hanno partecipato al progetto CosmOS standard, e si presenta, indubbiamente, più tollerante riguardo all’impiego di materie prime sintetiche, identiche a quelle naturali. In ogni caso è interessante osservare come entrambi i sistemi di certificazione biologica vietino l’uso, in formula, di materie prime OGM di origine vegetale, limitando, in questo modo, la proliferazione di colture geneticamente modificate, che, di fatto, compromettono la biodiversità. Tuttavia, riuscire ad eliminare gli ingredienti OGM dalle preparazioni cosmetiche non è cosa banale: per esempio, il tocoferolo, ampiamente utilizzato nella cosmesi bio certificata, potrebbe derivare da girasoli OGM, analogamente, il glucosio, substrato dei processi di fermentazione, potrebbe facilmente derivare da amido ottenuto da piante transgeniche, mentre l’acido ialuronico sarebbe il risultato di trasformazioni di materie prime vegetali non OGM ad opera di microrganismi geneticamente modificati.
Per garantire la reale assenza di ingredienti OGM, si rende, perciò, necessario controllare l’intera filiera produttiva, a partire dalla coltivazione della pianta, da cui la materia prima è derivata.
Nel disciplinare CosmOS standard è fatto, quindi, obbligo di comprovare che la materia prima vegetale di partenza sia sicuramente non OGM, il che rappresenta una reale e piccola rivoluzione nella cosmesi biologica certificata. La regolamentazione CosmOS riconosce, inoltre, la complessità del problema legato agli ingredienti geneticamente modificati, soprattutto in relazione all’origine OGM degli intermedi e ammette la necessità di tempi lunghi per valutare intelligentemente e compiutamente tutti gli aspetti legati all’uso (non solo agricolo) delle tecnologie transgeniche; inoltre, è consapevole del fatto che non può essere impedito all’industria cosmetica di lavorare, rinunciando a preziosi principi attivi. Del resto, un approccio non ponderato a questo problema potrebbe precludere lo sviluppo di aspetti legati alla possibilità di praticare la chimica verde, grazie all’introduzione, strettamente controllata, di tecnologie derivanti da sistemi OGM. Sulla base di queste considerazioni non vengono posti limiti di tempo per la completa abrogazione delle tecnologie OGM; inoltre, pur ribadendo, all’interno del testo del disciplinare, il divieto d’utilizzo di materie prime e derivati geneticamente modificati, si fa altresì osservare che, al termine “Derivatives” verrà associato il significato di “sostanza che viene utilizzata nell’ultimo passaggio di un processo industriale al fine di convertire una materia prima di base in un ingrediente cosmetico”; pertanto viene accettato l’enzima OGM che produce glucosio da amido non OGM, ma non il microrganismo transgenico che direttamente, mediante fermentazione (ultimo passaggio), dà origine all’ingrediente cosmetico finito.

Nell’ambito del disciplinare Natrue la problematica relativa agli organismi geneticamente modificati (OGM) viene affrontata relativamente all’atto della definizione degli ingredienti e dei processi consentiti, con la seguente affermazione “Per quanto concerne gli organismi geneticamente modificati (OGM), sia il prodotto finito che gli enzimi e i microrganismi devono essere conformi alla eco-normativa europea (Regolamento 834/2007/CE, vale a dire, fino al 31 dicembre 2008, Regolamento 2092/91/CEE)”. L’eco-normativa di riferimento (Regolamento 834/2007/CE) riporta, nei relativi punti, quanto segue: “(9) Gli organismi geneticamente modificati (OGM) e i prodotti derivati od ottenuti da OGM sono incompatibili con il concetto di produzione biologica e con la percezione che i consumatori hanno dei prodotti biologici. Essi non dovrebbero quindi, essere utilizzati nell’agricoltura biologica o nella trasformazione di prodotti biologici. (10) L’obiettivo perseguito è quello di limitare per quanto possibile la presenza di OGM nei prodotti biologici. Le soglie di etichettatura esistenti rappresentano massimali legati esclusivamente alla presenza accidentale e tecnicamente inevitabile di OGM., mentre il Regolamento 2092/91/CEE in relazione agli OGM dice: ”12) «organismo geneticamente modificato (OGM)»: qualsiasi organismo cui si applica la definizione di cui all’articolo 2 della direttiva 90/220/CEE del Consiglio, del 23 aprile 1990, sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati (5) 13) derivato di OGM: una sostanza prodotta con/o a partire da OGM, ma che non ne contiene; 14) «uso di OGM e di derivati di OGM»: il loro uso quali prodotti alimentari, ingredienti alimentari (compresi gli additivi e gli aromatizzanti), coadiuvanti tecnologici (compresi i solventi di estrazione), alimenti, mangimi composti, materie prime per mangimi, additivi per mangimi, coadiuvanti tecnologici per mangimi, taluni prodotti utilizzati nell’alimentazione per gli animali di cui alla direttiva 82/471/CEE (6), prodotti fitosanitari, prodotti medicinali veterinari, concimi, ammendanti del terreno, sementi, materiale di moltiplicazione vegetale e animale;”. Si fa, quindi, riferimento ad un approccio legato all’agricoltura biologica che viene traslato, tal quale, all’ambito cosmetico. La produzione di prodotti cosmetici certificati secondo il disciplinare CosmOS standard, prevede l’utilizzo di numerosi estratti vegetali, purché ottenuti secondo le metodiche estrattive consentite. Riconoscendo che la produzione di concreta, assoluta, tocoferoli, gomma xantana e carragenine, ad oggi appare totalmente dipendente dall’impiego di esano, ne accetta l’impiego limitatamente all’estrazione di tali principi naturali, purché utilizzato direttamente sulla pianta (mai come solvente di reazioni totalmente petrolchimiche finalizzate alla sintesi di un prodotto “naturale-identico”) e solo per i prodotti Cosmos-Natural (secondo livello di certificazione). Il comitato tecnico provvederà a sviluppare sistemi alternativi all’uso dell’esano ma, anche in questo caso, non sono stati imposti limiti di tempo.

Per il sistema di certificazione Natrue, nell’ambito dell’utilizzo dei solventi estrattivi per le materie prime cosmetiche, questi sono definiti nell’allegato 1a; all’interno del quale sono indicate anche le eccezioni “Gli agenti estrattivi e i solventi eventualmente necessari, qualora l’attuale stato della tecnologia non permettesse alternative differenti, per l’ottenimento di: acido fitico, carotenoidi, concreta (dell’assoluta e delle cere che si ottengono dalla concreta), insaponificabili vegetali (così come per lavorare) , lanolina, materie prime ottenute da semi e germogli, materie prime prodotte con biotecnologie, seta, xantofille. sono ammessi unicamente a questo scopo.  Dopo l’utilizzo, queste sostanze devono essere eliminate o completamente o in misura tale per cui nel prodotto finito rimangano unicamente tracce delle stesse in quantità minimali tecnicamente inevitabili e prive di efficacia. È tassativamente escluso l’utilizzo di solventi aromatici e di composti alogenati”. In questo caso non si osservano limiti temporali all’utilizzo di questo tipo di solventi e le materie prime così ottenute possono essere utilizzate nella preparazione dei prodotti definiti biologici.

Riguardo alla valutazione dell’impatto ambientale del cosmetico e dei sui ingredienti, il disciplinare CosmOS non richiede di effettuare tests su animali (daphnia o pesci), per appurarne la reale tossicità acquatica. Si conviene di adottare delle restrizioni sugli ingredienti la cui scheda di sicurezza riporta le frasi di rischio R51 (tossico per gli organismi acquatici), R52 (nocivo per gli organismi acquatici), R53 (può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico), imponendo il rispetto di criteri di biodegradabilità molto elevati (superare sia l’OECD 301 per la biodegradabilità rapida sia il 302 per la biodegradabilità ultima). Per quanto concerne il disciplinare Natrue questo sottolinea la necessità di uno sviluppo sostenibileaffermando “Gli aspetti relativi allo sviluppo sostenibile devono essere tenuti in considerazione lungo tutta la filiera (presentazione da parte dei produttori di un rapporto sulla sostenibilità o di una valutazione d’impatto sull’ambiente), ma non ponendo limiti particolari come il CosmOS standard. Il disciplinare CosmOS, è stato, ad oggi, accettato dai principali enti di certificazione europei.

COSMOS è un sistema aperto con full membership per le associazioni (con diritto di voto) e ASSOCIATED membership senza diritto di voto per i privati e le aziende singole. I termini COSMOS NATURAL e COSMOS ORGANIC sono protetti nei principali paesi (EU, USA, Giappone, Brasile, canada, Sud Corea, India e Cina). I disciplinari CosmOS standard e Natrue pongono l’Europa all’avanguardia nello sviluppo di un sistema per la cosmesi biologica e con il loro evolvere indicheranno la strada per un futuro sistema che permetta di avere cosmetici biologici riconosciuti a livello globale.


Bibliografia
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Documentazione interna ICEA.
CCPB, Norma per l’ottenimento dei cosmetici biologici, rev. del 2008.
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Decisione della commissione del 21 giugno 2007 che stabilisce i criteri ecologici per l’assegnazione di un marchio comunitario di qualità ecologica ai saponi, agli shampoo e ai balsami per capelli - (2007/506/CE) - Gazzetta ufficiale dell’Unione europea - 18.7.2007.
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S. Abenante, - Cosmetici naturali - Sistemi di certificazione, Tesi di Specializzazione Ferrara.
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www.aiab.it.
www.bioagricert.org
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www.icea.info
www.kontrollierte-naturkosmetik.de
www.soilassociation.org

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